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Araldo di Crollalanza rappresenta un esempio
per ogni politico. Non solo per la sua longevità che
l'ha portato a ricoprire ruoli di prim'ordine durante il fascismo
(deputato dal 1924 e poi podestà di Bari e sottosegretario
e quindi ministro ai Lavori Pubblici) e di rappresentare poi
nella Repubblica la destra in Parlamento come senatore dal 1953
fino alla sua morte nel 1986. Un esempio come amministratore
e come ministro per le sue tantissime realizzazioni a Bari e
in tutta Italia, riconosciuto anche dai suoi avversari che nella
Repubblica non sono davvero mancati.
Prima di tutto un esempio di vita, giornalista, combattente
volontario nella Prima guerra mondiale, conobbe Mussolini nel
1919, quando partecipò alla fondazione dei Fasci di Combattimento
e restò fedele fino all'ultimo, ricoprendo nella Rsi
il ruolo di commissario per la Camera e il Senato. Una collaborazione
senza sconti e così da ministro dei Lavori Pubblici (incarico
tenuto fino ad allora da Mussolini stesso) non esitò
ad opporsi per motivi tecnici al progetto di realizzare un porto
sul litorale romano, tanto caro a Mussolini che fu però
costretto a rinunciarvi.
Dopo la caduta del fascismo di Crollalanza venne pure arrestato,
ma scarcerato dopo pochi giorni e prosciolto da ogni accusa
di aver accumulato ricchezze col regime. Profitti non ne aveva
fatti. Non si era arricchito. E per vivere si arrangiava, prima
di tornare alla carriera giornalistica (è stato anche
tra i fondatori dell'Inpgi, l'istituto di previdenza della categoria)
e quindi alla politica.
Un esempio anche come senatore di opposizione. Lo dimostrano
i suoi interventi in aula, il rispetto dimostratogli da tutti
e la medaglia che il Senato gli ha donato per i suoi novant'anni,
in un periodo in cui non era facile rappresentare la Destra.
Un combattente sempre in trincea. In tanti hanno ricordato il
fatto che lui, eletto sempre come indipendente, dopo la scissione
del 1976 che dimezzò il gruppo missino al Senato, non
solo volle iscriversi al partito, ma chiamato a presiedere il
gruppo, per assolverlo nel migliore dei modi, rinunciò
all'incarico cui era molto affezionato di capogruppo al Comune
di Bari, incarico ricoperto ininterrottamente dal 1956 al 1976.
Ed è motivo di orgoglio per me, ospitare nel mio studio
di presidente dei senatori di AN, una gigantografia della foto
di "don Araldo" che tiene per mano un bambino, come
se la sua presenza continuasse ad accompagnare la Destra, chiamata
alle prossime elezioni ad una sfida di governo.
Araldo di Crollalanza non era un semplice senatore, era "il
senatore di Bari". Eletto senatore a vita dai suoi concittadini,
come disse giustamente alla sua morte l'allora sindaco socialista
De Lucia. La prova più eloquente è stata che dopo
la sua morte, alle politiche del 1987, Bari non ha eletto nessun
senatore di alcun partito.
Per trent'anni i baresi lo hanno voluto a Palazzo Madama a rappresentare
i loro interessi e quelli di tutto il Sud. Democristiani, socialisti
e comunisti non sono mai riusciti a scalfire questo primato.
Dal 1953 al 1983, ogni volta è sempre stato rieletto,
realizzando anche percentuali che il Msi non ha mai raggiunto.
Campagne elettorali svolte passeggiando nella sua città,
con manifesti con slogan come "Vota Crollalanza per oltre
cinquant'anni dal Consiglio Comunale al Senato sempre al servizio
di Bari, della Puglia, del Mezzogiorno" e "Vota Crollalanza.
Nonostante gli anni continuerà al Senato sul piano nazionale
in piena efficienza e combattività a sostenere gli interessi
di Bari a livello nazionale e internazionale". La sua ultima
elezione a 90 anni nel 1983 costituisce un vero record, ma di
Crollalanza ha fatto tanto per Bari che la sua città
ha voluto ringraziarlo così, quasi per controllare dall'opposizione
che quanto fatto come podestà e ministro non andasse
perso o rovinato. Del resto la sua biografia bastava per capire
che di un uomo così, un uomo di destra, ci si poteva
fidare. E ora, dopo avergli dedicato un tratto di quel lungomare
che lui volle realizzare, arriva un monumento per ricordare
a tutti e soprattutto alle nuove generazioni, quelle che credono
poco alla politica, che è possibile lavorare al servizio
dei cittadini, come ha fatto Araldo di Crollalanza, per ricordare
il quale non occorrono le parole, basta citare quello che ha
realizzato: Bari porta il suo segno, lasciato durante il fascismo,
il segno del "senatore di Bari".
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Giulio Maceratini
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