Crollalanza
fascista gentiluomo |
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Il Servizio studi del
Senato della Repubblica mi ha fatto pervenire (chissa perché)
due grossi volumi, freschi di stampa, di "Discorsi parlamentari"
di Araldo di Crollalanza, per complessive pagine 1. 736
Araldo di Crollalanza: chi era costui? Sfoglio rapidamente lo
schedario della memoria profonda e qualche immagine mi affiora:
ma sì, dev'essere quel senatore vecchissimo e un po'
pittoresco al quale toccava ogni tanto presiedere la prima seduta
del Senato, in quanto il più anziano degli eletti. Una
specie di gentiluomo d'altri tempi che però doveva essere...
già: non era missino?
Controllo la "Nota biografica " nel primo volume,
ed effettivamente è così: Araldo di Crollalanza
nacque a Bari il 19 maggio 1892, volontario nella Grande Guerra,
fascista della prima ora, ministro dei Lavori Pubblici dal 1930
al 1934, aderente alla Repubblica sociale italiana, arrestato
il l3 giugno 1946 e scarcerato il successivo 1 luglio, completamente
prosciolto nella fase istruttoria il 20 maggio 1950, rieletto
senatore come indipendente nelle liste del Movimento sociale
dal 1953 e ininterrottamente fino alla morte, che avvenne il
18 gennaio 1986 cioè a 94 anni.
Come mai il Senato si preoccupa di pubblicare i discorsi completi
di un "fascista", che vanno dal 1924 al 1983? Leggo
nella "Presentazione "firmata dal presidente del Senato,
Car-lo Scognamiglio Pasini: "Con gli interventi di Araldo
di Crollalanza prosegue l'attività di raccolta e pubblicazione,
curata dal Servizio studi del Senato, dei discorsi parlamentari
delle personalità politiche più significative
che, attraverso la loro partecipazione ai lavori del Parlamento,
esponendo idee, formulando proposte, illustrando progetti o
prendendo posizione su questioni concrete, al di là dei
contenuti e degli orientamenti politici, hanno dato un contributo
comunque importante al rafforzamento ed al consolidamento delle
Istituzioni". Questa è nuova: anche i missini hanno
consolidato le Istituzioni? E dove è andato a finire
"l'arco costituzionale"? Leggo con crescente trasecolamento:
"L'attività e l'esperienza politiche di Araldo di
Crollalanza attraversando stagioni assai diverse tra loro ne
fanno, per l'esperienza accumulata, un esponente di primo piano
della storia parlamentare. Anche gli avversari politici gli
hanno attribuito importanti meriti, tanto che Romita, che certo
non si trovava nelle posizioni del parlamentare del Movimento
Sociale Italiano, ammise nel 1954, in piena Aula del Senato,
che Crollalanza era stato un grande Ministro dei lavori pubblici".
Un Ministro dei lavori pubblici "fascista", negli
anni d'oro del fascismo! Dunque c'era del buono anche allora,
ammette il presidente Scognamiglio, che passa a elencare le
"iniziative e realizzazioni di indubbia importanza per
il paese", ascrivibili ai meriti di Crollalanza: "La
Fiera del Levante, l'Università di Bari, il Politecnico,
il porto, il lungomare, la creazione dell'Anas e l'ammodernamento
della rete stradale, la direttissima ferroviaria Firenze-Bologna,
il ponte che unisce. Ve-nezia a Mestre, la ricostruzione delle
zone della Campania e della Basilicata colpite dal terremoto
nel '30, l'appoderamento dell'Agro pontino, l'ampliamento di
Littoria e la fondazione di Aprilia e Pomezia".
Il tono che ho usato finora non è polemico contro qualcuno,
ma ironico verso me stesso, perché avendo un'istintiva
allergia -come tutti quelli della mia generazione- verso qualunque
cosa che sappia o odori di fascismo, sono sinceramente incredulo
verso gli elogi (postumi) del Presidente del Senato nei confronti
di un autorevole missino.
E' tale e così incisivo il ricatto della cultura di sinistra
anche su persone come me, che posso essere considerato "anticomunista
viscerale", che avrei trovato logico e istituzionalmente
corretto raccogliere i discorsi parlamentari di Terracini o
di Ingrao (e magari è già stato fatto), ma non
finisco di sorprendermi per questo omaggio "istituzionale"
a Crollalanza.
Mi rituffo nella prosa di Scognamiglio: "Crollalanza, gentiluomo
dedito alla politica, realizzatore competente, ha dato alla
sua vita un'impronta di rigore riconosciuta anche dagli avversari
politici, e la sua formazione ideologica non gli impedì
di essere fiero della medaglia d'oro che Fanfani, Presidente
del Senato di allora, gli consegnò nel 1982 in occasione
di una cerimonia dedicata alla sua lunga attività parlamentare.
Quel riconoscimento, ora, non può che essere confermato
e rinnovato". Devo ammettere che Scognamiglio ha ragione.
Tutti i cittadini sono uguali, e le Istituzioni sono di tutti
(proprio tutti) i cittadini.
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Cesare Cavalleri
(Avvenire, 14 dicembre 1995)
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