Di
Crollalanza: il lustro d'Italia per le grandi opere
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Il decimo anniversario, testé
trascorso, della scomparsa del senatore Araldo di Crollalanza
e la recente pubblicazione della raccolta completa dei suoi
discorsi parlamentari, curata dal prestigioso Servizio studi
del Senato della Repubblica, ci forniscono l'occasione per una
serie di riflessioni che, senza avere ovviamente la pretesa
di trattare in maniera esaustiva e sistematica la complessa
vicenda umana e politica del di Crollalanza, tendono soltanto
a sottolineare -nei limiti di un articolo- alcuni passaggi significativi
ed a collocarli in una più ampia prospettiva storica.
Si tratta, infatti, di una vicenda umana e politica forte ed
intensa che, nel suo lungo divenire, attraversa tutta la tormentata
e controversa storia contemporanea del nostro Paese, incrociando
stagioni e fasi assai diverse e, sotto certi aspetti, ancora
oggi al centro dell'attenzione degli studiosi. Formatosi politicamente
a Bari (ove era nato il 19 maggio 1892) negli ambienti del periodico
mazziniano "Humanitas", di Crollalanza nei mesi della
dura polemica fra neutralismo ed interventismo che spaccava
l'Italia (in ordine alla posizione da assumere di fronte alla
prima guerra mondiale), fu subito un acceso interventista. Moltissimi
anni dopo lo stesso di Crollalanza così avrebbe ricordato
l'appassionato impegno giovanile di quel periodo:
"Nella primavera del 1915 noi, assieme ad altri giovani
irredentisti, scendemmo in piazza e seguimmo D'Annunzio, Battisti,
Mussolini, Corridoni e tanti altri ferventi patrioti, partecipammo
alle manifestazioni sostenendo la necessità del nostro
intervento nel conflitto, a ciò fummo indotti dal proposito
di dare il nostro modesto ma entusiastico contributo per completare
l'opera compiuta dai nostri padri durante il Risorgimento. Guidati
da tali sentimenti non indugiammo ad arruolarci volontari nel
battaglione delle 'camicie rosse' dei fratelli Garibaldi e quindi
fino alla luminosa vittoria a batterci durante quattro anni
... ".
Terminata la guerra, di Crollalanza aderì al movimento
dei fasci mussoliniani, partecipando altresì alla famosa
riunione costitutiva di piazza San Sepolcro a Milano, ove incontrò
Mussolini, gettando le basi di un forte rapporto personale.
Inoltre, per una migliore comprensione e valutazione della formazione
politica del di Crolialanza, ci sembra opportuno ricordare il
suo lungo ed intenso legame (documentato da un fitto carteggio)
con D'Annunzio, cui peraltro, a nome dei combattenti, aveva
anche offerto la candidatura a Bari per le elezioni del 1919.
Negli anni seguenti determinante fu l' impegno del di Crollalanza
per la nascita e la diffusione del fascismo in Puglia, ove particolarmente
duro ed aspro era lo scontro politico.
II combattivo impegno del di Crollalanza, portato avanti da
posizioni "movimentiste" e intransigenti fu però
contrastato, anche all'interno dello stesso partito fascista,
dalle componenti più legate allo squadrismo agrario.
In quest'ottica, fondamentale per di Crollalanza si rivelò
1'azione della "Gazzetta di Puglia " (che nel 1928
avrebbe assunto 1'attuale nome di "Gazzetta del Mezzogiorno")
fondata e diretta da Raffaele Gorjux.
Nata con indirizzo liberalsalandriano, la "Gazzetta"
aveva infatti gradualmente assunto una linea di fiancheggiamento
delle componenti "urbane" del fascismo pugliese, appoggiandone
la scalata al vertici del partito. E così nel 1924 di
Crollalanza (che aveva sempre affiancato all'impegno politico
un'intensa attività giornalistica, scrivendo su varie
testate e, da ultimo, stabilmente sulla "Gazzetta")
era eletto per la prima volta deputato e, due anni dopo, diventava
podestà di Bari, incarico che avrebbe mantenuto fino
alla nomina, nel luglio 1928, a sottosegretario al Lavori pubblici.
Come significativamente rileva Paolo Napolitano, in un puntuale
e ben argomentato lavoro, la nomina di di Crollalanza a podestà
di Bari "mette in luce le sue eccezionali doti di realizzatore.
La sua gestione della città di Bari in quei due anni
dà. titolo ad entrare in un manuale su come si governa
una città".
Dal suo canto la "Gazzetta" si era subito schierata
apertamente a fianco di di Crollalanza, sostenendo con vigore
la sua politica di riassetto urbanistico e di forte ripresa
dei lavori pubblici, ma, soprattutto, il suo programma dl grande
rilancio della "centralità di Bari, tema da sempre
molto caro a Raffaele Gorjux. La "Gazzetta" contribuì
in maniera rilevante a creare il "mito" di di Crollalanza,
promuovendo una vasta area di consenso intorno alla sua persona
ed alla sua azione politico-amministrativa. Azione costantemente
ispirata a quei principi di onestà, trasparenza e di
moralità assoluta professati e praticati con estremo
rigore nell'amministrazione di pubblico denaro legata ai numerosi
incarichi che di Crollalanza avrebbe via via assunto a livello
nazionale.
Infatti il 13 febbraio 1930 di Crollalanza veniva nominato ministro
dei Lavori pubblici, dando subito prova di grande competenza
e di forte attivismo nel settore improvvisamente divenuto di
importanza strategica nella complessa manovra anticrisi varata
dal governo ed imperniata, fra 1'altro, su un ampio programma
di opere pubbliche. "Di fronte alle difficoltà in
cui si dibattono gli altri Stati -scriveva di Crollalanza in
un celebre articolo apparso in anteprima sulla "Gazzetta"
del 10 dicembre 1930 e poi pubblicato sulla prestigiosa rivista
"Gerarchia" - c'e proprio da sentirsi orgogliosi se
1'Italia può dirsi trasformata in un immenso cantiere
sonante".
Sul filo della reciproca stima ed amicizia fra di Crollalanza
e Gorjux, rafforzate dalla comune visione del ruolo propulsivo
di Bari (e soprattutto della sua centralità rilanciata
sul piano internazionale dalla Fiera del Levante), "La
Gazzetta del Mezzogiorno" scese in campo, sostenendo ed
amplificando le iniziative dell'apprezzato ministro barese,
dando grande risalto ai lavori via via avviati in tutta Italia
ed alle opere di prossima realizzazione, soffermandosi in particolare
sulle iniziative promosse in Puglia. "Durante il vostro
periodo -scrisse Mussolini a di Crollalanza il 24 gennaio 1935
a conclusione dell'incarico ministeriale - grandi opere furono
compiute, altre furono iniziate: si può definire, iI
vostro, il periodo aureo dell'attività statale in materia
di opere pubbliche".
Di Crollalanza veniva quindi nominato presidente dell'Opera
Nazionale Combattenti, ove sarebbe rimasto fino al 1943, impegnandosi
con l'abituale rigore nelle grandi opere di bonifica, contribuendo,
fra 1'altro, al completamento della costruzione della nuova
città di Littoria, diventata poi Latina. All'indomani
della caduta del regime, fedele fino in fondo alla sua antica
amicizia con Mussolini, ne aveva seguito le sorti aderendo alla
Repubblica sociale.
Finita la guerra, Crollalanza fu perseguito per 1'attività
svolta durante il fascismo, ma l'indagine si chiuse nel 1950
in fase istruttoria "con il completo proscioglimento".
E così iI 7 giugno 1953 Araldo di Crollalanza veniva
eletto senatore come indipendente nelle liste del Movimento
Sociale nel collegio dl Bari con un'altissima percentuale di
voti e da allora fu sempre rieletto in tutte le legislature
seguenti (dalla VI legislatura veniva eletto nelle liste del
Movimento Sociale non più come indipendente) fino alla
sua scomparsa avvenuta a Roma il 18 gennaio 1986. Nell'ottava
e nella nona legislatura mantenne altresì la carica di
presidente del Gruppo parlamentare Movimento Sociale-Destra
Nazionale.
Il suo ritorno alla politica attiva dai banchi dell'opposizione
dura ed intransigente, ispirata al suo indiscusso rigore morale,
fu come sempre vissuto con grande intensità e partecipazione,
come peraltro dimostrano i numerosi interventi in aula raccolti
nei vo-lumi pubblicati dal Senato, cui si faceva riferimento
all'inizio di quest'articolo. Gli in-terventi del di Crollalanza,
sempre puntuali e competenti, furono prevalentemente centrati
su temi ed aspetti tecnici legati alla politica delle opere
pubbliche ed alle grandi questioni dello sviluppo economico-sociale
del Mezzogiorno.
"Di qui -scrive Giuseppe Parlato nell'ampia introduzione
ai ricordati discorsi parlamentari - 1'immagine di un personaggio
in qualche modo super partes, del glorioso passato, inattaccabile
anche dagli avversari, che aveva rispetto - e ne veniva ricambiato-
per i colleghi delle altre forze politiche; di un personaggio
che possedeva una notevolissima competenza tecnica che metteva
al servizio di una parte politica, pur senza essere vincolato
da obblighi di partito... Ciò che colpì fin dall'inizio
della sua ripresa politica, fu la capacità di indipendenza
di giudizio proprio nei confronti del fascismo. Egli ebbe il
grande merito di non trasformare la sua vicenda politica trascorsa
in un elemento di rancoroso attaccamento al passato".
L'ultimo intervento al Senato, Araldo di Crollalanza lo pronunciò
il 14 aprile 1983, a novantuno anni, attaccando l'incerta e
contraddittoria politica meridionalistica del governo e denunciando
"la sequenza di errori, di riforme sbagliate e di finanza
politica balorda, che hanno portato lo Stato nelle condizioni
di sfascio in cui si trova e di cui i partiti responsabili di
tale politica non debbono attribuire la colpa se non a se stessi...".
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Matteo Pizzigallo
(La Gazzetta del Mezzogiorno, 4 febbraio 1996)
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