Un
notabile allergico alle «Nomenclature»
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Scomparso, quasi centenario, De Marsico,
credo che Araldo di Crollalanza fosse, coi suoi novantaquattro
anni, il decano dei superstiti del ventennio. Ma del ventennio
fu un protagonista piuttosto atipico, assai diverse dallaltro
big delle Puglie, Caradonna.
Caradonna era ras dalla testa ai piedi, incarnazione dello squadrismo
agra-rio piu feudale, spavaldo e sparafucile: Alia grande adunata
del 22 a Napoli, che fece da prologo alia marcia su Roma,
si presento con un suo reparto a ca-vallo, una sua divisa alia
Pancho Villa e una sua canzone guerriera: «Se non ci conoscete
- oila per la madonna - noi siamo gli squadristi - di Don Peppe
Caradonna».
Crollalanza non fece mai mostra di se, mai partecipo a spedizioni
punitive, mai si fece un partito o una clientela personale,
mai brigo per carriere politi-che. Di origine valtellinese anche
se nato a Bari, aveva nel sangue le «cose», e fu
fascista solo perche il fascismo gli consentiva di farle. Bari
e in gran parte figlia sua (e tale ha continuato a sentirsi
anche dopo il fascismo). Fu lui a isti-tuirvi la Fiera del Levante
e 1Universita. Fu lui a trasformare il Tavoliere delle
Puglie e a fame una delle zone piu fertili del Sud (una volta
Di Vittorio mi dis-se: «Senza Crollalanza io non esisterei
perche i miei genitori jjon avrebbero nemmeno avuto la forza
di procrearmi»).
Cio che in sei anni aveva fatto, come podesta di Bari, sul piano
regionale, lo ripete, come ministro dei Lavori Pubblici, su
quello nazionale. La costruzione della direttissima Firenze-Bologna
e opera sua, come lo fu tutto il riassetto dellAgro Pontino,
lo sviluppo di Littoria, la nascita di Aprilia e Pomezia.
Eppure, di lui si parlava pochissimo. Non apparteneva alia Nomenclatura
del regime, e lui non fece mai nulla per entrarci. Credo che
abbia visto Mussolini poche volte in vita sua: forse solo allinaugurazione
delle grandi opere, di cui era lui il vero artefice, e di cui
Mussolini si appropriava.
Non fece mai parte del Gran Consiglio. Ma quando gli chiesi
come vi si sa-rebbe comportato la notte del 25 luglio, mi rispose
senza esitare: «Sarei stato dalla parte del Duce, e poi
avrei fatto il possibile per impedire la condanna a morte di
chi era stato contro». Lo aveva dimostrato, del resto,
con la sua con-dotta. Dopo l8 settembre, raggiunse Mussolini
a Said, ma rifiuto qualsiasi in-carico politico. Cerco solo
di creare un tessuto amministrativo «per salvare il salvabile»,
e a qualcosa riusci.
Dopo il 25 aprile, non si nascose, e si lascio arrestare e processare
per «atti rilevanti». Ma sebbene questo accaddesse
nel momento dei piii accesi bollor: epurativi, dovettero assolverlo
in istruttoria: non una voce si levo ad accusarle di qualcosa,
e ogni indagine sul suo patrimonio risulto vana: Iuomo
che ave\ a costruito citta e redento province non aveva una
casa, ne un palmo di terra, ne un conto in banca.
Entro, per coerenza nel Msi, e i pugliesi lo elessero senatore
per sette legNa-ture di seguito. Nessun suo collega degli altri
partiti trovo qualcosa da obbie:-tare quando il presidente Fanfani
propose di conferire a Crollalanza, in o^a sione del suo novantesimo
compleanno, una medaglia doro. Fu lultima che lo
vidi. Era commosso. Gli chiesi se del suo passato covava qualche
r:rr. pianto o rimorso. Mi rispose, a voce bassissima: «Uno
solo, ma immense: :-quei ventanni potevamo fare 1Italia,
e non la facemmo». Ma se cera un uomo a cui questo
rimprovero non poteva essere mosso, era proprio lui.
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Indro Montanelli
IL GIORNALE 19 Gennaio 1986
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