di LUCIO ALBERGO |
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Campagna elettorale 1983. Sui cartelloni con
gli spazi per i manifesti delle varie liste campeggiano le grandi
foto dei candidati ,tra queste un brutto manifesto porta limmagine
sfumata con una aureola attorno alla testa del candidato Msi-
Dn. Non è giovanissimo, la foto è traditrice e
così qualche buontempone, ispirato dalla lugubre immagine,
lha onorata con un mazzetto di fiori e due cerotti funebri.
Lo dico al candidato che, con gesto sereno, composto e lento
provvede ai dovuti tradizionali scongiuri. E arrivato
il tempo - propongo - di rifare lalbum fotografico. Ne
parlo con un amico fotoreporter che, alla ricerca di fortuna,
sta partendo per lAmerica. E daccordo,farà
una sequenza di foto in bianco e nero ed a colori: una buona
per i manifesti la azzeccheremo. Nasce così lidea
di una passeggiata in corso Vittorio Emanuele, fino al lungomare:
parleremo, incontreremo i tanti che sempre lo fermano per salutarlo
o porgergli qualche problema cittadino. «Eccellenza, Lei
non guardi il fotografo, non cè». E così
in una luminosa mattina accompagno il senatore di Bari Araldo
di Crollalanza tra il Palace dove i Di Cagno Abbrescia
lospitano fino a Palazzo di Città, al vicino
caffè, a piazza Chiurlia, a via Sparano, ed infine ai
giardinetti sul lato della Camera di commercio. E lì
che Pinuccio Tatarella otterrà, qualche anno dopo dal
sindaco socialista Franco De Lucia, il primo pubblico riconoscimento
ufficiale da una amministrazione di centro-sinistra per il ministro
di Mussolini. Oggi tutti possono leggere linsegna marmorea
che indica il Lungomare Di Crollalanza. Ma la mattina
della passeggiata don Araldo sprizza salute e energia e poi
per noi cè sempre stato, sembra eterno. Parliamo
del futuro della città, del suo porto, della marineria
meridionale, dei progetti di sviluppo,della ferrovia,del levante,
i traffici col Mar Nero
Questo dinamico novantenne procede
spedito. Ecco lincontro con una giovane vigilessa che
riceve i complimenti ed il sorriso del senatore (è sempre
stato un ammiratore delle bellezze muliebri) e poi sinforma
sul traffico, i parcheggi. E qui si parla di un vasto parcheggio
interrato e un sottovia che liberi lintero percorso dal
mare a piazza Prefettura.
Mentre mi illustra questo
progetto che prevede anche il
recupero dellantico selciato a
tavelloni, un bimbo si avvicina
e lui lo prende per mano:
faremo qualche passo tra i
sorrisi ed i complimenti dei
genitori affascinati, come il
piccolo,dal compìto signore,
il nonno di Bari. Un nonno
tosto che discute animatamente
della situazione politica
e delle strategie immediate
con Gianni Mastrangelo ed
altri amministratori che incontriamo
subito dopo.
Ama la velocità e si ferma a
parlare con due giovanotti
che inforcano lucenti motociclette:
il cambio,le marce,i
freni a disco,la
illuminazione,il vano oggetti,
le varie marche e le novità...
quelli lo stanno a sentire incuriositi
e si scambiano consigli
ed osservazioni, sembrano
appartenere alla stessa
squadra.
La tazzina di caffè, presa velocemente
al banco, tra strette
di mano, saluti ed omaggi dei
presenti mi permette di notare
che la gente lo avvicina
sempre con deferenza . E una
familiarità rispettosa, una
confidenza signorile e delicata
lontana dalle sbracatezze
complici da compagnoni o le
questuanti plebee sottomissioni
che oggi vanno per la
maggiore.
La Città vecchia lo affascina,
mi indica la casa che fu di
famiglia e mi racconta qualche
episodio della sua lunga e
perigliosa esistenza. E tranquillo,
sorride anche di quelle
e a me paiono immani tragedie,
ma lui le ha vissute e le
vive da protagonista, le domina.
Ha negli occhi la stessa serena
determinazione che
vedrò poi in foto giovanili,
quando partì volontario per la
guerra del 15/18, ed in quelle
che lo raffigurano tra le maestranze
nei mille cantieri che
disseminò per tuttItalia
quando fu ministro dei lavori
pubblici.
Io comincio ad arrancare e
lui cammina,cammina, attraversa
la strada,torniamo sui
nostri passi, raggiunge e sposta
lauto :un vecchio modello,
a riprova che è e resta sparagnino.
Daltra parte Lui di
suo ha sempre avuto poco. Ha
amministrato e gestito
somme stratosferiche, il denaro
è passato a fiumi e torrenti
tra le sue mani. Un potere
discrezionale oggi inimmaginabile
per qualsiasi ministro
è stato da lui gestito sempre
per creare opere,iniziative,
impegni, attività, per Bari,
il meridione, lintero territorio
nazionale e poi nelle colonie.
Ma non si è fatta alcuna proprietà,
anzi ha dovuto vendere
quelle familiari e quando
la bufera delle guerre quella
mondiale e quella civile si è
spenta, lui per campare lavorò
da piazzista per le enciclopedie
della Zanichelli.
Poi tornò al giornalismo,
cronaca locale e del sud per il
Giornale dItalia, ed infine il
Msi lo volle candidato al senato.
Fu un trionfo che si è ripetuto
sempre anche in quellultima
campagna elettorale del
1983, quando utilizzammo
qualche fotografia scattata
nella passeggiata sotto il sole.
Mi fruttò un «tu sei un bravo
giovine» - bontà sua, avevo 43
anni ed una di quelle foto
con dedica 26/6/83: «A Lucio
Albergo con animo grato per
la sua partecipazione al mio
XII impegno elettorale per il
Senato». Sì non avete letto
male: dodicesimo impegno
elettorale e ha sempre vinto.
Oggi ha vinto anche il tempo
e resta nella nostra memoria
ed in quella della nostra città
che ebbe lonore di generarlo;
e lui la rigenerò. |
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